Il Franchisor è una delle figure protagoniste del Franchising ed è il soggetto, sempre imprenditore, titolare dei prodotti o servizi che dà in concessione all’affiliato affinché li commercializzi utilizzando i propri tratti distintivi, il proprio know-how e la propria assistenza.
Nei paragrafi seguenti è fornita una spiegazione di qual è la differenza tra Franchisor e Franchisee, e di quali sono i loro compiti specifici all’interno del meccanismo del Franchising.
Continua a leggere l’articolo per scoprire di più su queste due figure: tutti i franchising di successo nascono da un accordo tra il franchisor e un franchisee!
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Chi è e di cosa si occupa il Franchisor?
Il Franchisor è il produttore o semplicemente un distributore di prodotti o servizi appartenenti a uno specifico marchio, del quale il Franchisor è titolare o licenziatario.
Oltre al marchio, il Franchisor è detentore anche di altri diritti di proprietà intellettuale. Tra queste spicca il know-how, ossia il suo bagaglio di conoscenze acquisite e finalizzate alla commercializzazione dei prodotti del suo marchio.
Attraverso un contratto di Franchising, il Franchisor concede al Franchisee il diritto di utilizzo del marchio e del know-how per la vendita dei prodotti. Inoltre, il Franchisor si impegna a offrire assistenza e consulenza tecnica per avviare e gestire al meglio l’attività.
Infine, lo inserisce in una rete commerciale di sua proprietà e già esistente sul territorio nazionale e/o internazionale. Tale rete commerciale è formata da tutti i punti vendita della catena, che possono essere concessi ad altri Franchisee o anche gestiti dallo stesso Franchisor.
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Chi è e di cosa si occupa il Franchisee?
Il Franchisee è invece l’imprenditore autonomo che decide di commercializzare i prodotti del Franchisor nella sua stessa rete commerciale. In sostanza, l’imprenditore sfrutta marchio, insegna e know-how del Franchisor per l’intera durata del contratto con il Franchisor.
Il Franchisee può realizzare la sua attività dopo una formazione iniziale che gli fornisce le conoscenze e competenze necessarie ad affrontare le procedure e la gestione del punto vendita. Ciò gli permette di fare proprie la politica e l’immagine commerciale del Franchisor e della sua catena in tutti gli aspetti, come ad esempio l’arredamento e lo stile generale dei punti vendita.
Sebbene Il Franchisee vede una ridotta capacità decisionale, tale aspetto è compensato dal trovarsi in una rete commerciale già radicata nel territorio. Di conseguenza, l’imprenditore affiliato al Franchising gode di un brand già consolidato e conosciuto dal pubblico.
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La Fee d’ingresso del franchising
Nella fase iniziale degli accordi, il Franchisee è tenuto a versare una somma di denaro al Franchisor per poter accedere a tutti i servizi e i prodotti di cui ha bisogno per un corretto svolgimento dell’attività.
Questa somma di denaro prende il nome di Fee e viene versata una tantum. Pertanto non va confusa con le royalties del franchising, che riguardano la percentuale sul fatturato da corrispondere al Franchisor.
La Fee deve necessariamente comprendere degli elementi, quali:
- il periodo formativo che il franchisee deve svolgere prima dell’apertura del punto vendita. Ciò è necessario per poter acquisire il metodo aziendale, e in genere viene svolto da un’agenzia del gruppo già operativa;
- l’affiancamento di un tutor durante la fase di apertura dell’attività, fase in cui il tutor presenta e spiega programmi, iniziative, know-how e priorità al franchisee.
La Fee d’ingresso è normata dall’art. 3 della Legge 129/2004, che stabilisce: «Una cifra fissa rapportata anche al valore economico e alla capacità di sviluppo della rete, che l’affiliato versa al momento della stipula del contratto di affiliazione commerciale.»
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